'Ndrangheta: sequestrati beni per mezzo milione di euro

A Sinopoli e Sant'Eufemia d' Aspromonte, i carabinieri del Reparto operativo - Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, supportati nella fase esecutiva dai colleghi del neo-costituito Gruppo di Gioia Tauro, hanno eseguito un sequestro patrimoniale nei confronti di Giorgio Violi, di 41 anni.

L'uomo, residente a Sinopoli, è ritenuto appartenente alla 'ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata "Alvaro-Violi-Macri", operante a Sinopoli (Rc).

Il provvedimento è stato proposto dalla Direzione distrettuale antimafia, sulla scorta delle risultanze investigative patrimoniali della Sezione misure di prevenzione patrimoniali del Nucleo investigativo del Comando provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, che hanno consentito di accertare illecite accumulazioni patrimoniali in beni immobili (tutti dislocati nel comune di Sant'eufemia di Aspromonte (Rc)) e prodotti finanziari, per un valore complessivo di circa 500 mila euro.

 In particolare, sono stati sequestrati 2 terreni agricoli da 7 ettari ciascuno e conti correnti, libretti di deposito, titoli, azioni, obbligazioni e quote azionarie riconducibili al destinatario della misura patrimoniale ed a soggetti appartenenti al suo nucleo familiare.

I beni sottoposti a sequestro sono stati affidati, per la custodia e per l'ordinaria amministrazione, ad un custode giudiziario nominato dal Tribunale sezione misure di prevenzione di Reggio Calabria.

 

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta: sequestrati beni per 10 milioni di euro, emesse 3 misure cautelari

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Palmi, che dispone una misura restrittiva personale nei confronti di Francesco Tassone, Giuseppina Rugnetta ed Assunta De Maria.

I tre sono accusati d'intestazione fittizia di beni.

In particolare, per Tassone è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Reggio Calabria mentre per le due donne l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Inoltre, nel corso dell'operazione, denominata "Artemide", i finanzieri hanno sottoposto a sequestro beni per un valore di circa dieci milioni di euro.

Il provvedimento costituisce l'epilogo di un'indagine nei confronti del defunto imprenditore Salvatore Domenico Tassone, padre di Francesco e marito di Assunta De Maria, ritenuto esponente della cosca "Longo-Versace" di Polistena, a cui sono state confiscate diverse società.

Tra i beni sottoposti a sequestro figurano: 53 terreni agricoli, per circa 371 ettari, ubicati a Cinquefrondi, nonchè l'impresa agricola individuale "Giuseppina Rugnetta" di San Procopio.

 

Operazione Sansone, sequestrati beni per 3,7 milioni di euro

Beni per un valore superiore a 3,7 milioni di euro sono stati sequestrati, questa mattina, ad Andrea Carmelo Vazzanza, di 48 anni.

Il provvedimento, a carico dell'imprenditore reggino, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo investiativo di Reggio Calabria.

La misura rappresenta una delle conseguenze delle indagini condotte nell'ambito dell'operazione Sansone con la quale, nel novembre scorso, i Ros ed i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno disarticolato le cosche Condello, Buda - Imerti, Zito - Bertuca e Garofalo.

Il patrimonio sequestrato è composto da: un’impresa individuale di costruzioni, la “Edilmovit”; la società “Edilvazzana Srl”; beni mobili registrati e riconducibili alle stesse imprese e società; i saldi attivi dei depositi in denaro e titoli intestati a Vazzana ed ai familiari conviventi.

 

Sanremo: beni per un valore di 700 mila euro sequestrati ad un calabrese

Un sequestro di beni immobili per un valore di circa 700 mila euro è stato eseguito dagli uomini dei centri operativi Dia di Reggio Calabria e Genova, della guardia di finanza e della Squadra mobile di Imperia.

Il provvedimento ha colpito, Vincenzo Sergi, 55 anni, originario di Rosarno.

L'uomo, con provvedimento divenuto definitivo nel marzo 2007, era stato sottoposto a tre anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, misura rinnovata con un altro decreto di pari durata divenuto definitivo nel dicembre 2011.

Ritenuto "abitualmente dedito" a traffici illeciti, già condannato in via definitiva per reati contro il patrimonio, tra cui furto, ricettazione ed usura, il 55enne, secondo gli inquirenti, aveva una disponibilità di beni sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.

Il sequestro ha interessato una villa a due piani ed un terreno adiacente, situati nel Comune di Sanremo. 

Redditi non dichiarati, sequestrati 23 immobili e diversi conti correnti

Finanzieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un decreto di sequestro per equivalente, emesso dal gip presso il locale Tribunale, nei confronti di una persona residente nella provincia di Cosenza, accusata di aver evaso imposte sui redditi per un importo pari a 1.732.294 euro .

Le fiamme gialle hanno, quindi, sottoposto a sequestro i saldi attivi sui rapporti finanziari e 23 beni immobili ricadenti nel territorio cosentino.

Il provvedimento scaturisce a seguito della conclusione di un controllo fiscale che ha consentito ai militari di accertare la mancata indicazione nella dichiarazione dei redditi di oltre 6.200.000 di euro di proventi, derivanti da fatti illeciti, commessi dal destinatario della misura e per questo denunciato per appropriazione indebita aggravata.

L’uomo aveva ceduto ad una società bolognese, dietro pagamento, ingenti crediti che vantava nei confronti di un Ente pubblico, il quale, ignaro e in buona fede, invece di pagare l’impresa di Bologna aveva continuato ad effettuare i bonifici alla società cedente, che si è, così, appropriata indebitamente delle somme senza restituirle alla legittima proprietaria.

Al temine degli accertamenti fiscali, è scattata la denuncia per il reato di “Dichiarazione infedele”. Con il sequestro, il responsabile, è stato privato dei beni disponibili per un valore pari all’evasione, ovvero 1.732.294 euro.

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta: sequestrati beni per un valore superiore ai 2 milioni euro

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno proceduto al sequestro, di beni mobili, immobili e prodotti finanziari, per un valore stimato di circa due milioni di euro. Destinatario del provvedimento è stato Francesco Stipo, imprenditore edile 44enne di San Luca (RC).

Già noto alle forze dell’ordine, l’uomo è considerato contiguo alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Romeo alias “Staccu” operante in particolare nella Locride e in tutto il territorio italiano. Genero del defunto Sebastiano Romeo, classe 1931, già ritenuto al vertice della locale di ‘ndrangheta di San Luca, cognato di Antonio Romeo, di 52 anni, alias “Avvocaticchio”, già latitante, cognato di Antonio Pelle, di 57 anni sorvegliato speciale di P.S. ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Pelle “Gambazza”.

Stipo è, inoltre, cognato di Giuseppe Giorgi, di 56 anni, alias “U Capra”, elemento di spicco dell’omonima consorteria arrestato lo scorso 2 giugno dai carabinieri di Reggio Calabria dopo una lunga latitanza. Tra i beni sequestrati figurano, infatti, anche i circa 160 mila euro, in banconote di vario taglio, rinvenuti proprio il 2 giugno, durante le operazioni di perquisizione seguite alla cattura del cognato-latitante, presso l’abitazione di Stipo.

Oltre ai legami parentali con esponenti di spicco della ‘ndrangheta, Stipo vanta un proprio curriculum criminale. In particolare, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione della Dda reggina convenzionalmente denominata “Italia che lavora”, perché ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, frode in pubbliche forniture ed illecita ingerenza in appalti pubblici. Nel 2014, inoltre, è stato condannato alla pena di quattro anni di reclusione, poiché ritenuto responsabile di illecita concorrenza con violenza o minaccia aggravata dall’aver agevolato organizzazioni di tipo mafioso e/o per aver utilizzato il metodo mafioso.

Oltre al denaro e ad una serie di conti correnti, libretti di deposito, titoli, azioni, obbligazioni e quote azionarie riconducibili all’interessato ed al suo nucleo familiare, sono stati sequestrati anche diversi beni mobili e  immobili, nonché l’impresa edile a lui riconducibile.

L’uomo, nella circostanza, è stato anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Operazione Tyche 2: sequestrati beni per oltre tre milioni di euro

Le fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal Sostituto procuratore Marta Agostini, hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare personale e a un decreto di sequestro preventivo emessi dal gip di Lamezia Terme su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone accusate di bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione dei redditi e peculato.

In particolare, i finanzieri hanno notificato al 48enne Giuseppe Cristaudo ed alla moglie Titina Caruso di 45 anni la misura del divieto temporaneo di esercitare ogni attività di impresa, mentre per Battista Cristaudo, 52 anni, è stato disposto il divieto di esercitare la professione di commercialista. 

Giuseppe Cristaudo e Titina Caruso, nel  novembre del 2005, erano già stati colpiti da misure interdittive nell’ambito dell’Operazione “Tyche” con l’accusa di peculato, bancarotta fraudolenta, dichiarazione infedele e circonvenzione di incapace.

Secondo l’accusa, i reati sarebbero stati commessi nell’ambito del fallimento della Caruso Group S.r.l., società operante nel settore della gestione di videogiochi ed apparecchi da intrattenimento. In quella circostanza, i finanzieri avevano scoperto la presenza di alcuni beni confluiti nella società lametina Automatic Games S.r.l., costituita dai due coniugi e poi dichiarata fallita nel 2014.

L’approfondimento delle vicende legate al fallimento della Automatic Games S.r.l. avrebbe permesso ai militari di portare alla luce una serie di anomalie e artifizi contabili finalizzati ad impedire la ricostruzione del patrimonio ed il movimento degli affari della società.

Tuttavia, grazie alle indagini sarebbe stato accertato il progressivo “svuotamento” dei beni societari, ai danni di creditori e Pubblica amministrazione ed a favore della Casimò Entertainment S.r.l. di Titina Caruso e di un’altra società riconducibile al marito.

Tali beni, costituiti da un impianto di bowling a 12 piste e numerosi apparecchi da intrattenimento (oltre 200 tra slot-machine, flipper, carambole e altri), sarebbero stati, infatti, ceduti alla Casimò Entertainment S.r.l. a titolo gratuito o a cifre irrisorie rispetto al prezzo d’acquisto, di fatto rendendo la Automatic Games S.r.l. una mera “scatola vuota” fino alla dichiarazione di fallimento.

 Inoltre, dagli accertamenti svolti dalle fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria - Gruppo tutela economia - di Catanzaro sarebbero emersi oltre 4 milioni e mezzo di euro “scassettati”, ovvero prelevati dagli apparecchi da gioco e mai transitati nelle casse della società fallita, tra i quali era computata anche la quota da versare all’erario quale concessionario per la tenuta di apparecchi da gioco con vincita in denaro (circa 48 mila euro).

Le condotte distrattive e la dissipazione del patrimonio societario sarebbero state realizzate con il concorso di Battista Cristaudo, commercialista della società, che avrebbe fornito un considerevole apporto personale, gestendo la contabilità della Automatic Games S.r.l. nella quale, tra l’altro, avrebbe registrato costi fittizi per oltre due milioni di euro allo scopo di abbattere i ricavi e distrarre liquidità. 

Alla luce delle indagini svolte, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, Valentina Gallo, ha, quindi, emesso l’ordinanza di misure cautelari e disposto il sequestro preventivo di somme di denaro e beni nelle disponibilità degli indagati per un ammontare complessivo di circa tre milioni di euro.

I finanzieri hanno, dunque, sottoposto a sequestro conti correnti accesi in diversi istituti di credito, quattro immobili (tra cui una villa di 15 vani con piscina a Lamezia Terme), la sala bowling a 12 piste collocata nel centro commerciale “Due Mari” di Maida e centinaia di apparecchi da gioco del tipo slot-machine.

'Ndrangheta, beni per un milione di euro sequestrati a due esponenti di una cosca

In esecuzione di decreti applicativi di misura di prevenzione patrimoniale emessi dal tribunale di Reggio Calabria, i carabinieri del Reparto operativo - Nucleo investigativo, del Comando provinciale di Reggio Calabria, con la collaborazione dei colleghi in forza alla Tenenza di Rosarno (RC), hanno proceduto ad un sequestro di beni per un valore superiore al milione di euro, nei confronti di Vincenzo e Maria Cacciola, rispettivamente di 40 e 42 anni.

Entrambi sono ritenuti appartenenti alla cosca Cacciola di Rosarno.

I provvedimenti, che hanno interessato anche i nuclei familiari dei Cacciola, sono scaturiti da una proposta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

La misura è stata emessa sulla scorta delle risultanze investigative patrimoniali raccolte dalla Sezione misure di prevenzione del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, che hanno consentito di accertare illecite accumulazioni patrimoniali.

In particolare, i militari hanno sottoposto a  sequestro:

- due imprese individuali con sede a Rosarno, operanti rispettivamente la "Cacciola Vincenzo" nel settore della raccolta agrumi e la "Oppedisano Jessica" nella somministrazione di alimenti e bevande, sala giochi e biliardi, con relativo patrimonio aziendale;

- due immobili (un fabbricato uso deposito e un agrumeto) ubicati nel comune di Rosarno;

- svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative riconducibili al destinatario del provvedimento.

I beni sequestrati sono stati affidati, per la custodia e per l'ordinaria amministrazione, all'amministratore giudiziario nominato dall' Autorità giudiziaria.

 

 

 

  • Published in Cronaca
Subscribe to this RSS feed