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Calabria ultima: il vuoto morale e culturale della base

Non temete, amici lettori: anche quest’anno il primato della Calabria non teme rivali; e siamo sempre gli ultimi d’Italia. Dati ufficiali, mica battute da comizio. Sarebbe troppo facile ridurre il problema alla classe politica. Vero, abbiamo avuto e abbiamo quasi solo politici incapaci, incapaci anche di rubare; e stanno lì per lo stipendio. Vero; ma i politici calabresi non scendono da Marte; sono calabresi come noi, si candidano in Calabria, vengono eletti da elettori calabresi, i quali li conoscono bene, e li votano lo stesso. E li votano liberamente, a parte qualche condizionamento in qualche paesello sperduto. E allora il problema sono i Calabresi. La notizia che la Calabria è l’ultima non mi è stata comunicata in segreto all’orecchio; l’avranno sentita o letta tutti; e non mi pare che la popolazione sia insorta, stia protestando, stia proponendo, stia facendo una cosa qualsiasi. I politici, alla fine, dovrebbero essere gli esecutori pratici di un pensiero, di qualche idea. Ecco, quelle che mancano sono proprio le idee. Abbiamo in Calabria tre università statali e una mezzo mezzo. Esse sono zeppe di professoroni (titolari, pochissimi; ma sorvoliamo). Nessuno di questi dotti ha mai espresso un parere, fornito un’analisi, delle proposte… Tutti zitti come la notte. Lo stesso per le scuole. Quando dico analisi e proposte, penso cose serie, non fantasticherie del tipo “con Gioia Tauro diventeremo tutti ricchi”: applausi, copie vendute, e ci sono 500 in cassa integrazione, finché dura. Ci sono intellettuali che sanno tutto su come combattere la mafia, però niente di agricoltura, pastorizia, miniere, industrie, artigianato, commerci, strade, turismo, storia, cultura in genere… C’è una Chiesa che, per sua natura, dovrebbe avere chiaro il quadro dei bisogni e dei problemi della gente; e non spende una parola. Il giornalismo, con qualche lodevole eccezione, è fatto di pesci in barile, e non propone e non si oppone. I partiti, semplicemente non esistono, essendo ridotti a cartelli elettorali e liste; al loro interno, zero dibattito; e figuratevi se vi si elaborano opinioni. Le associazioni hanno palesemente finalità di assistenza… dei soci. Per tutto il resto, mute. I giovani… eh, i giovani! A parte che non ce ne sono, mai visti nella storia umana dei giovani così vecchi, così perbenisti, così conservatori come quelli di Calabria. E già, hanno pronta la valigia di cartone… no, che cartone? Il trolley di pelle e il biglietto dell’aereo. Nel vuoto morale e culturale della base, volete che proprio i politici si agitino? No di certo: a loro sta bene così, se nessuno li controlla e nessuno li disturba, e nessuno pretende che sudino a fare qualcosa. Stipendio e fine mese, e qualche discorsetto ogni tanto imparato a memoria. Ragazzi, la Calabria anche quest’anno è l’ultima d’Italia. Per ultimi d’Europa, ci stiamo impegnando.

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