Responsabilità ambientale: da Strasburgo disco verde al testo presentato da Laura Ferrara (M5s)

È stata approvata nella serata di lunedì 2 ottobre la relazione dell'eurodeputata calabrese Laura Ferrara (M5s), per ampliare e rafforzare la disciplina per la prevenzione e la riparazione del danno ambientale basata sul principio 'Chi inquina paga'.

"Il concetto del 'Chi inquina, paga', da oggi, diventa più reale e possibile. E a beneficiarne sono tutti i cittadini europei, che potranno vedersi riconosciuto il diritto a vivere in luoghi più tutelati, dove chi violenta l'ambiente viene chiamato ad assumersene le responsabilità e a risponderne".

Questo il commento dell'eurodeputata del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, vicepresidente della commissione giuridica (Juri) del Parlamento europeo, al voto favorevole che la commissione Juri ha dato a Strasburgo, alla sua relazione per implementare e rafforzare l'efficacia della direttiva europea sulla responsabilità ambientale. Ora, la palla passa alla seduta plenaria del Parlamento europeo che potrebbe votare il testo definitivo già nella settimana dal 23 al 26 ottobre.

”Si è trattato di un grande lavoro di studio e di ascolto di cittadini ed esperti – ha sottolineato Ferrara – e su questo lavoro mi sono basata per scrivere la mia relazione sull'attuazione della direttiva europea sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. Il mio e nostro scopo era quello di rendere più efficace la disciplina comune per la prevenzione e la riparazione del danno ambientale, così che abbia costi ragionevoli per la società e che si basi sul principio del 'chi inquina paga'”. La proposta Ferrara intende da un lato estendere all’inquinamento atmosferico la nozione di danno ambientale, ora circoscritto alle specie, agli habitat naturali protetti, alle acque e al terreno; dall'altro fare in modo che il danno ambientale tenga conto dei nuovi e sempre maggiori fattori inquinanti causati da attività industriali e di come questi influiscono sull'organismo umano. Uno spettro ben più ampio di quello attuale, quindi, che permetterebbe di garantire il controllo dell'ambiente a 360 gradi. Ma non solo. La relazione propone sia l'obbligatorietà degli strumenti di garanzia finanziaria, come le assicurazioni a carico degli operatori, sia la creazione di un Fondo europeo per la protezione dell'ambiente dai danni causati dall'attività industriale al fine di garantire la reale copertura dei costi di risanamento. Inoltre, viene istituito un registro per gli operatori che svolgono attività pericolose e un sistema di monitoraggio finanziario per assicurare che gli operatori siano solvibili, così da evitare che, come spesso accade, gli inquinatori, una volta causato il disastro, dichiarino fallimento ed evitino di risarcire il danno causato, situazioni purtroppo frequenti soprattutto in Calabria.Ma il testo non prevede solo un inasprimento del comportamento verso chi inquina. Viene stabilito, infatti, che la Commissione Europea migliori il suo programma di formazione degli amministratori locali, anch'esso uno dei problemi maggiormente riscontrati in Calabria, così da arrivare ad una omogeneità dell'applicazione delle regole comunitarie. Inoltre, vengono messi in cantiere sistemi di premialità come “sgravi fiscali o altre iniziative per le aziende che si impegnano con successo nella prevenzione dei danni ambientali. Questo perché - continua l'europarlamentare calabrese-ogni sforzo in questa direzione sarà una sicura garanzia per l’integrità dell’ambiente”.“Dall'ex area Legnochimica di Rende alle aree industriali di Crotone e Cassano, alle diverse discariche abbandonate, sono innumerevoli gli esempi di danni ambientale nella nostra regione, così come non si contano i danni non riparati anche e soprattutto alla salute delle persone.L'approvazione di tale relazione - conclude la Ferrara- rappresenta dunque uno step fondamentale per dare finalmente la giusta concretezza al principio "chi inquina paga" ed alla tutela ambientale".

 

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