Lo Slai Cobas attacca l'A.S.P.: "Pronto soccorso di Serra praticamente scoperto"

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte del Sindacato Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale, COBAS, 

"Lo Slai Cobas, intende denunciare l’ennesimo atto di discriminazione e disinteresse attuato dai Dirigenti dell’A.S.P. di Vibo Valentia nei confronti dalla Comunità delle Serre Calabre.

L’organico medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Serra San Bruno è composto da sole 3 unità (dovrebbero essere 6), troppo pochi per garantire il Servizio di Pronto Soccorso. Infatti, per garantire la continuità assistenziale vengono utilizzati 2 medici del SUEM–118 e sporadicamente qualche altro medico di reparto del P.O. di Serra San Bruno i cui turni al P.S. vengono effettuati al di fuori del normale orario nei propri reparti e servizi. Con i turni già programmati per il mese di agosto, il dirigente medico di 2° livello del Pronto Soccorso di Vibo Valentia senza nessuna comunicazione preventiva ha spostato un medico da Serra San Bruno a Vibo Valentia, lasciando praticamente scoperto il Pronto Soccorso e costringendo al raddoppio il medico in turno, rimasto in servizio senza riposo per 24 ore. Situazione gravissima se si pensa che l’esperto medico comandato a Vibo non dovrà più rientrare a Serra.

A questo si aggiunga che il medico radiologo a Serra San Bruno è completamente assente nei turni notturni e festivi, che il Chirurgo è presente H/24 solo 20 giorni al mese, che in Medicina vi sono solo 4 unità mediche e in Lungodegenza solo 1. Questa è sinteticamente la situazione, la responsabilità è chiaramente della dirigenza dell’A.S.P. vibonese che sposta il personale medico a suo piacimento, che concentra le risorse umane e tecnologiche solo su Vibo disinteressandosi delle altre realtà; ma è gravissima la responsabilità della dirigenza politica (Censore in primis) che ha svenduto questo territorio per scopi personali ed elettorali.

Nardodipace, Pd: "La guardia medica di Cassari non è a rischio chiusura"

Da quanto riportato in una nota del Partito democratico di Nardodipace, nella giornata di ieri, il segretario del locale circolo del Pd "Samuele Maiolo e il responsabile Pd di zona Nazareno Salvatore Franzè hanno incontrato presso, l'Asp di Vibo Valentia l'On. Michele Mirabello e la Dirigente (direttore generale – ndr) dell’ Asp Angela Caligiuri ”.

Scopo dell’incontro, “avere chiarezza sulla notizia diffusa in questi giorni tra la popolazione dell'ipotetica chiusura della guardia medica di Cassari”.

Un problema, cui si legge nel comunicato “già l'anno scorso ci siamo interessati tant'è vero che sia l'on Mirabello sia la Dirigente Caligiuri avevano preso l'impegno a mantenere tale postazione”

L’incontro di ieri avrebbe fornito rassicurazioni in merito alla permanenza  del presidio sanitario attivo nella frazione di Cassari. Sia Mirabello che Caligiuri avrebbero, infatti, “confermato l'impegno preso l'anno scorso”,  smentendo “categoricamente ogni ipotesi di chiusura dando, anzi, rassicurazione sull'avvio di un percorso di istituzionalizzazione intrapreso per rendere stabile il servizio”.

Mongiana: dal primo giungo sarà attivo un punto prelievo di sangue

Il Comune di Mongiana, a seguito delle varie richieste, e grazie alla sinergia con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, nel riorganizzare il servizio dei punti prelievo dislocati sul territorio afferente all’Area Territoriale di Serra San Bruno, Distretto Unico di Vibo Valentia, ha ricevuto, a firma del Referente del Distretto Sanitario Unico Sede di Serra San Bruno, Dott. Vito Scopacasa, la comunicazione relativa all’attivazione di un punto prelievo nel comune di Mongiana, presso i locali della continuità assistenziale (guardia medica), a partire dal primo giugno 2017 nei giorni del secondo e quarto venerdì di ogni mese.

Queste le parole del sindaco Bruno Iorfida: "Questo è un servizio importante offerto alla cittadinanza, che grazie all’interessamento degli organi direttivi dell’ASP di Vibo Valentia, siamo riusciti a dare. Rappresenta un altro passo verso l’ampliamento dei servizi offerti e servirà da aiuto alle tante persone che sono impossibilitate a raggiungere l’ospedale di Serra San Bruno. Anche da qui si evince l’impegno costante rivolto al cittadino, soprattutto agli ammalati."

 

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ASP Vibo Valentia: Alfonso Grillo denuncia lo stato disastroso in cui si trova la sanità vibonese.

Il Commissario Scura ed il Ministro Lorenzin intervengano al più presto affinché ai cittadini del vibonese sia garantito il diritto alla tutela della salute.

La denuncia che fa Grillo, a mezzo stampa, è forte e chiara e ha il tenore di una bocciatura che non lascia alcun dubbio sull'operato del governatore Oliverio in tema di sanità e sulla gestione delle aziende sanitarie calabresi, in particolare modo quella di Vibo Valentia. Ciò che sta avvenendo in questi giorni all'interno del PD è davvero singolare, fa riflettere, non c'è giorno in cui non si assiste a critiche, denunce, accuse da parte di esponenti locali all'indirizzo del governatore della calabria Oliverio e del management dell'Asp di Vibo Valentia.

Terreno di scontro la sanità Vibonese, e non solo. Senza entrare nel merito della guerra di posizione chiaramente in atto all'interno del PD, va dato atto specialmente ai consiglieri comunali del PD, di aver avuto il coraggio di denunciare ciò che il sottoscritto afferma da tempo, e cioè l'esclusione del territorio di Vibo Valentia nelle dinamiche di sviluppo regionali. Trascuriamo, ma solo per questioni di spazio, ciò che sta accadendo in tema di turismo, di riorganizzazione dei servizi, di delocalizzazione di uffici periferici, di investimenti locali. Oggi il tema che ci sta più a cuore è la sanità. Qui non c'è bisogno di essere degli attenti osservatori, o degli esperti in materia - afferma Grillo - per comprendere lo stato disastroso in cui si trova la sanità calabrese, dove innumerevoli problemi, a partire dalle gravi carenze di personale, fanno sì che ai cittadini non venga garantito il diritto alla tutela della salute sancito dall'art. 32 della Costituzione Italiana. Nella nostra Regione ed ancor di più nella provincia di Vibo Valentia, non sono garantiti i LEA (livelli essenziali di assistenza) e si continua ad assistere ai cosiddetti viaggi della speranza.

I cittadini vibonesi sono costretti, per potersi curare, ad emigrare, nel migliore dei casi, in altre provincie, ma spesso fuori regione. E così la Calabria risulta tra i primi finanziatori delle regioni cosiddette virtuose in campo sanitario: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana ect. che mantengono l'eccellenza dei loro sistemi sanitari proprio grazie alla montagna di soldi, circa trecento milioni di euro, che la nostra regione paga annualmente per i cittadini calabresi che sono costretti ad emigrare in cerca di risposte sanitarie adeguate ai propri problemi di salute. E al danno si aggiunge la beffa se si pensa ai costi sociali ed economici che ciò comporta per chi si deve spostare e vivere, anche per lunghi periodo di tempo, lontano da casa e dai propri familiari per affrontare gravi malattie. Parlando quotidianamente con la gente, aggiunge Grillo, si nota una sorta di rassegnazione nei confronti di una situazione che sembra ormai senza speranza.

Anche tra il personale sanitario, che continua a dare risposte eroiche considerate le carenze degli organici, strutturali e tecnologiche, si percepisce una certa sfiducia, che spesso si trasforma in rabbia nei confronti di chi governa la sanità e non si preoccupa minimamente di creare le migliori condizioni per poter lavorare in modo da dare buone risposte all’utenza ed in sicurezza. Insomma il contesto generale in cui si trovano ad operare medici, infermieri e tutti i professionisti della sanità è pressoché allarmante, dicono gli addetti ai lavori, in quanto continua a regnare la disorganizzazione generale ed il clientelismo.

Infatti, mentre la struttura ospedaliera cittadina ha gravissime carenze, un esempio su tutti: gli ascensori non a norma e costantemente guasti, situazione allarmante considerato che il reparto di ginecologia si trova su un piano diverso rispetto alle sale operatorie e ciò potrebbe rappresentare un problema molto serio in caso di emergenza ginecologica; mentre la gente non si può ricoverare per carenza di posti letto che sono in numero decisamente inferiore rispetto a quanto previsto dagli standard nazionali tenuto conto della popolazione residente; mentre nelle corsie gli ammalati non hanno un’assistenza qualificata per le note carenze di personale medico, infermieristico e soprattutto di operatori socio sanitari, l'attuale management guidato dalla Caligiuri sembra interessato solo ad occupare poltrone, utilizzando il criterio dell’appartenenza politica anziché del merito, in modo da assicurare a qualcuno un consenso politico con metodi da prima Repubblica, in piena sintonia con il governatore Oliverio che da quando si è insediato non fa altro che attaccare il Commissario Scura con l'obiettivo di spodestarlo per poter prendere il suo posto e mettere definitivamente le mani sul settore sanità.

Certo è che se il governatore Oliverio ha intenzione di governare la sanità come il centro sinistra sta facendo nell'ASP di Vibo Valentia allora c'è da augurarsi che il buon Commissario Scura rimanga ancora a lungo al suo posto. Di fatto l'ASP di Vibo Valentia è un'azienda in liquidazione: ospedale Jazzolino in agonia, ospedali di Serra e Tropea ridotti a ospedali di comunità, assenza di posti letto, carenza di personale nei reparti, intasamento dei pronto soccorso per assenza di politiche sanitarie volte al potenziamento della sanità territoriale, alto tasso di ricoveri impropri, uffici amministrativi allo sbaraglio con il potere accentrato nelle mani del solo Direttore Amministrativo perché, nel frattempo, si è pensato bene di liquidare i direttori di distretto, evitando la sostituzione, in modo tale da svolgere il ruolo di controllore e controllato in barba a tutte le norme sulla incompatibilità degli incarichi, bilancio bocciato, delibere che non passano al vaglio preventivo del Collegio Sindacale, incarichi a legali esterni all'azienda conferiti senza alcun tipo di criterio prestabilito.

Eppure i proclami non sono mancati, e ancora, dopo quasi tre anni di governo regionale, ci tocca ascoltare i "profeti dell'ovvio" accampare scuse per giustificare la loro manifesta incapacità amministrativa, e vedere ancora rimandato di un anno, forse, dopo che a tamburo battente non più tardi di qualche mese fa Oliverio è la Caligiuri avevano dichiarato che i lavori sarebbero partiti prima dell'estate. Prima il problema idrogeologico, ora si scoprono i metalli pesanti, si troverà un'ottima scusa per rinviare ulteriormente. Dalla riunione di ieri appuriamo che entro il 14 luglio si presenterà il progetto definitivo e che i lavori saranno avviati a Gennaio 2018 e si concluderanno a dicembre del 2019, in piena campagna elettorale regionale. Intanto al cospetto dell'ormai obsoleto "Jazzolino" che, nonostante tutti i soldi spesi, non rispetta, da un punto di vista strutturale, i requisiti minimi previsti dalla legge, siamo qui a dire ai nostri figli che forse neanche loro avranno il diritto di essere curati in una struttura che si possa definire ospedale. Un quadro davvero triste, un disastro, davanti al quale non si può stare inermi.

Il fallimento dell’attuale management aziendale è palese, dei "passi avanti" di cui parla il direttore generale in una ultima conferenza stampa nessuno se ne è accorto. Ritengo esisti una sola via d'uscita da questo limbo, rimuovere la dirigenza che: non solo non ha prodotto alcun risultato in un anno e mezzo di attività, è priva di strategie di rilancio, mette a rischio le professionalità esistenti minando la credibilità della sanità vibonese. Riguardo tale situazione investirò direttamente il Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin alla quale, tramite formale lettera, chiederò di valutare l'utilità di un commissariamento dell’Asp di Vibo Valentia, così come è stato fatto per la sanità regionale. Al Commisario ad Acta per il Piano di rientro ing. Massimo Scura chiederò, invece, tramite apposito incontro, di attivare i poteri sostitutivi per gravi violazioni nella gestione dell’azienda sanitaria vibonese. Personalmente, conclude Grillo, mi attiverò immediatamente per creare un apposito osservatorio sulla sanità costituito da vari professionisti (medici, infermieri, avvocati, commercialisti, giornalisti, esperti in materia sanitaria ect.) che avrà, come dovere civico, il compito di vigilare sull’operato del management e segnalare ogni irregolarità alle autorità competenti.

Stanziati 400mila Euro all' Asp di Vibo per interventi in favore delle persone in condizioni di disabilità gravissime e di dipendenza vitale

Con delibera n.532/DG del 27 aprile 2017 è stato approvato l’avviso pubblico per l’erogazione dei contributi da destinare a persone con disabilità gravissime che necessitano a domicilio di assistenza continuativa nelle 24 ore per bisogni complessivi derivanti dalle gravi condizioni pisco-fisiche di cui sono affetti.

La Regione Calabria, ha destinato il 40% del Fondo per la Non autosufficienza alle Aziende Sanitarie Provinciali, assegnando all’ASP di Vibo Valentia € 386.592,19.

Le domande inviate saranno sottoposte alla valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidiscipinare aziendale e il contributo agli aventi diritti sarà di € 600 mensili procapite fino all’esaurimento del fondo.

Per poter accedere al contributo gli interessati dovranno presentante la domanda entro il 27 maggio 2017 tramite il protocollo generale o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o pec, utilizzando il modello allegato che può essere scaricato dal sito web aziendale www.aspvv.it.

“Si tratta di interventi che consentono di mettere a disposizione di malati gravissimi e dei loro familiari ulteriori risorse economiche con l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita” ha dichiarato il Direttore Generale Dr.ssa Angela Caligiuri.

 

“Abbiamo il dovere di tutelare le persone che soffrono e le loro famiglie costrette a condividere le sofferenze dei loro ammalati e abbiamo l’obbligo di ridare loro speranza” ha concluso il massimo esponente della sanità vibonese.

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Esenzione ticket per reddito, le direttive

Com’è noto, alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate situazioni reddituali, danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo (ticket) sulle prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali.

Si ricorda a tale proposito che dal l° aprile p.v. sarà possibile procedere al rinnovo della certificazione di esenzione per reddito.

I soggetti titolari dei codici E01, E03, E04 (con esclusione quindi dei disoccupati), prima di recarsi presso gli uffici dell’Azienda Sanitaria per rinnovare la suddetta certificazione, devono rivolgersi al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta per verificare se il proprio nominativo è stato inserito in uno specifico elenco inviato dal Ministero delle Economie e delle Finanze.

Solo gli assistiti che non sono inseriti in tale elenco, ma che ritengono di possedere i requisiti per avere i benefici previsti in una delle categorie che danno diritto all’esenzione per reddito, dovranno recarsi presso gli sportelli dedicati con la copia del documento di identità, il codice fiscale e quant’altro utile al rilascio della relativa certificazione di esenzione.

Tale verifica preliminare consentirà di evitare inutili file agli sportelli.

Si ricorda, in base a quanto previsto dalla Legge 537/1993 e successive modificazioni (art. 8, comma 16), che hanno diritto a tale tipo di esenzione i cittadini che appartengono alle categorie di seguito elencate.

 

Categorie di esenti

  • Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (CODICE E01)

  • Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (CODICE E02)

  • Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico  (CODICE E03)

  • Titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant'anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico 
    (CODICE E04)

Note

  1. Per "nucleo familiare" deve intendersi quello rilevante a fini fiscali (e non anagrafici), costituito dall' interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari a carico (art. 1 del Decreto ministeriale 22/1993)
  2. Per "familiari a carico" si intendono i familiari non fiscalmente indipendenti, vale a dire i familiari per i quali l'interessato gode di detrazioni fiscali (in quanto titolari di un reddito inferiore a 2.840,51 euro). 

  3. Il reddito complessivo del nucleo familiare è pari alla somma dei redditi dei singoli membri del nucleo.

  4. Ai fini dell'esenzione per motivi di reddito, è necessario prendere in considerazione il reddito complessivo riferito all'anno precedente.

  5. Il termine "disoccupato" è riferito esclusivamente al cittadino che abbia cessato per qualunque motivo (licenziamento, dimissioni, cessazione di un rapporto a tempo determinato) un'attività di lavoro dipendente e sia iscritto all'Ufficio del lavoro in attesa di nuova occupazione e immediatamente disponibili allo svolgimento ed alla ricerca di un ‘attività lavorativa. I due requisiti di disoccupato e del reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico, devono coesistere.

  6. Si considerano pensionati al minimo quei soggetti titolari di una pensione minima che viene riconosciuta dall’INPS al pensionato il cui trattamento pensionistico,sulla basa dei contributi versati,risulti inferiore ad un livello fissato dalla legge, considerato il “minimo vitale”. Il reddito complessivo deve essere inferiore a 8263,31 ecc

 

Vibo: donna morta dopo il parto, indagati 10 medici

Sono dieci gli avvisi di garanzia notificati dagli uomini della Squadra Mobile di Vibo Valentia nell'ambito dell'indagine relativa alla morte della 37enne Tiziana Lombardo. La donna è deceduta la sera del 5 gennaio scorso, dopo aver dato alla luce una bambina, all'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia

I dirigenti Tito Cicero e Marco De Bartolis hanno dato seguito al provvedimento emesso dal pm Claudia Colucci nei confronti di alcuni medici del reparto di Ginecologia che hanno avuto in cura la sfortunata madre che ha lasciato anche il marito e un figlio di cinque anni. Per tutti, l’ipotesi di reato è omicidio colposo, 

In virtù dell'avviso di garanzia, i sanitari finiti sotto indagine avranno la possibilità di nominare un loro consulente tecnico che potrà prendera parte all’esame autoptico previsto per oggi ed al quale parteciperanno, anche, i consulenti nominati dalla Asp.

A causare il decesso della donna sarebbe stata una copiosa emorragia sviluppatasi nella tarda mattinata di giovedì. Ciò che, ora, sarà necessario stabilire è se l'evento poteva essere previsto ed evitato. Dalla Direzione dell’Azienda sanitaria, riunitasi ieri per analizzare le condotte tenute dai medici coinvolti nella tragica vicenda, la convinzione è che sia stato fatto tutto il possibile per strappare alla morte la giovane. Sulla vicenda è intervenuto, anche, il ministero della Salute. La titolare del Dicastero, Beatrice Lorenzin, ha nominato, infatti, una Task force che sarà chiamata a verificare le procedure impiegate durante le varie fasi che hanno caratterizzato il caso.

Identificati casi di brucellosi: sequestrato allevamento di ovini nel Vibonese

I veterinari dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia hanno scoperto l'esistenza di 152 episodi di brucellosi in un allevamento di ovini che, di conseguenza, è stato sequestrato. Gli animali malati sono tutti di sesso femminile. Anche gli esemplari per i quali il personale dell'Asp nutre dubbi verranno isolati e poi macellati seguendo stringenti vincoli sanitari e solo in seguito ad uno esplicito permesso da parte degli specialisti dell'Asp. Una decisione dettata dalla circostanza che la brucellosi rappresenta una patologia che può essere trasmessa. Del provvedimento, che riguarda un allevamento di Mileto, è stato già portato a conoscenza l'assessorato regionale alla Sanità. 

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