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Niglia al vetriolo su Papillo: "Noi non scappiamo dai problemi"

“Chi andava alla ricerca di un paladino della ‘cultura dell’abbandono’, nel senso più generale del termine, non ha più motivo di insistere perché l’enigma è risolto: Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne, aspirante politico, incarna perfettamente il ruolo dell’apprendista amministratore che di fronte ai disagi e alle difficoltà incontrate sul percorso della gestione della cosa pubblica fa presto a prendere la strada dell’abbandono e della rinuncia”. Risposta durissima, quella del presidente della Provincia Andrea Niglia a chi lo aveva attaccato chiedendone le dimissioni. Affermazioni che criticano la decisione di “un ex consigliere provinciale che nel bel mezzo della lotta per la sopravvivenza dell’Ente Provincia sceglie la via della latitanza per dimostrare la sua incapacità di affrontare, discutere e tentare di realizzare iniziative volte a dare speranza al sempre più grave  problema che affligge i dipendenti dell’Ente”. “Non contento della sua fuga – sostiene Niglia riferendosi alla controparte - oggi continua ad incitare gli altri, che resistono e che hanno deciso di difendere fino all’ultimo le possibilità di mantenere in vita l’istituzione, ad andarsene. Vitaliano Papillo invece di farsi carico della necessità di individuare soluzioni utili alla causa invita presidente e consiglieri ad abbandonare la barca perché è finita ogni speranza non capendo che questo tipo di assurda ed irresponsabile decisione può costituire serio pretesto per mettere, alla fine, i sigilli anche alla struttura di Palazzo ex Enel. Vitaliano Papillo – prosegue il massimo esponente di palazzo ex Enel - che non ha mai recepito il reale problema dell’Ente Provincia e che ha tentato di capirlo quando è stato eletto consigliere senza, peraltro, mai  riuscire ad espletare il mandato per la sua manifesta incapacità di analisi e proposta, ha perso anche questa occasione per starsene zitto e rintanarsi nel mondo degli inconcludenti, di chi spera che con la cultura delle chiacchiere si possa sperare in una ripresa della condizione di vita. Invece di affidarsi alle inutili e sterili polemiche di tutti giorni che hanno offerto continua visibilità alla sua ignoranza politica e amministrativa, avrebbe fatto bene a raccontare ai lavoratori della Provincia quale è stato fino ad oggi il suo scarso impegno, quante le idiozie che lo hanno portato ad essere  trascurato dalle forze politiche che ha sempre tentato di contattare con i risultati che sono alla portata di tutti”. La controffensiva non si ferma qui: “vittima del palcoscenico del protagonismo che oggi non gli da più carta di credito, ritenta la ripresa della sua offuscata, sbiadita ed inutile immagine con l’idea di far chiudere i battenti all’Ente, convinto che andando tutti a casa verranno risolti i problemi che attanagliano da anni i dipendenti della Provincia. Ho sempre evitato di rispondere e replicare a chi, con i suoi atteggiamenti inconsulti e privi di ogni minima progettualità, ha portato soltanto danni a istituzioni e persone. Però in questa circostanza sento di condividere col sindaco Vitaliano Papillo che ha fatto bene a rassegnare le dimissioni da consigliere provinciale perché non aveva nè la intelligenza, nè la caratura per contribuire allo sviluppo del cammino dell’Ente Provincia”. Vi è poi uno sguardo alle tante difficoltà quotidiane: “sento la necessità di ribadire che il Consiglio provinciale continua a praticare tutte le strade per tentare di risolvere non soltanto il problema degli stipendi che ormai da tempo non fa dormire più nessuno quanto la funzionalità degli Uffici che restano il supporto strategico per garantire la continuità dell’istituto provinciale e concrete risposte alla domanda di servizio dei cittadini. I contatti giornalieri con il presidente della Regione Mario Oliverio, il prefetto Giovanni Bruno e quanti sono coinvolti in tutto questo processo di impegno per la tutela e  la salvaguardia della  dignità di quanti ingiustamente soffrono gli effetti del devastante fenomeno dell’indifferenza e dell’apatia – asserisce Niglia -  sono e restano punti fermi di una battaglia quotidiana che stiamo conducendo senza alcuna sosta. Siamo convinti che nuovi segnali di speranza giungeranno nel momento in cui le forze politiche della Regione Calabria avranno capito che oltre il confine non v’è alcuna certezza. Roma non ci da speranze. La Regione Calabria – è la conclusione - può e deve cogliere la gravità del momento e dare risposte a chi vota liberamente il sistema e ne pretende legittimamente il pieno rispetto”.

 

Crisi Provincia, Niglia: "Il vibonese è una polveriera"

Dopo l’iniziale ottimismo, frettolosamente espresso da qualche componente la delegazione di amministratori vibonesi che, nei giorni scorsi, ha preso parte agli incontri svoltisi presso i ministeri dell’Interno e delle Tesoro, la soluzione della grave crisi che colpisce la Provincia di Vibo Valentia sembra essere ancora in alto mare. A confermarlo, il contenuto di una missiva indirizzata dal Presidente dell’Ente di palazzo ex Enel, Andrea Niglia ai parlamentari calabresi, ai consiglieri regionali, ai presidenti, nazionale e regionale,  dell’Upi e per conoscenza al prefetto di Vibo Valentia. "La situazione createsi – scrive Niglia - è diventata una vera e propria polveriera sociale, arrivata al culmine della sopportazione e, dunque, pronta ad esplodere da un momento all'altro, con consequenziali ripercussioni per il mantenimento dell'ordine pubblico". Un timore dettato da una condizione complessiva, in cui i 380 dipendenti della Provincia, da mesi senza stipendio, rappresentano solo la punta più appariscente dell’iceberg. Il vibonese rischia, infatti, di essere travolto da una crisi senza precedenti che si abbatte sui decine di lavoratori di aziende in difficolta', chiuse o fallite. In una situazione del genere, per Niglia “appare strano e comunque del tutto inammissibile il silenzio delle Segreterie dei Partiti". Per tale ragione, il presidente della Provincia invita i rappresentati istituzionali calabresi a "sensibilizzare il Presidente del Consiglio Ministri ed i competenti Ministri, al fine di fornire concrete, appropriate, risposte ad una crescente domanda di 'rinascita' che, seppur tra indubbie difficoltà, tende a farsi strada in seno ad una comunità – quella vibonese – che al fine di una duratura riattivazione della propria parte sana e vitale, a mio avviso necessita di segnali concreti, forti e chiari, magari con un provvedimento ad hoc ‘Salva Vibo’. In tale ordine di idee, e pur consapevole dei vostri innumerevoli impegni istituzionali e di governo, con la presente – prosegue Niglia - sono a chiederVi di sostenere alcune iniziative atte a creare una vera ‘Vertenza Vibo Valentia’ con un tavolo istituzionale per la salvaguardia dei livelli occupazionali del territorio vibonese. Al fine di garantire l'assolvimento delle funzioni essenziali così come individuato dalla Legge n. 56/2014 si ha bisogno di un intervento straordinario che consenta di presentare un ipotesi di bilancio in equilibrio e di finanziare il disavanzo pregresso. Il credito vantato dallo Stato è pari a circa 1.500.0000,00 di euro, e comunque non sufficiente a risolvere i problemi dell'Ente. Nell'immediato, in attesa che lo Stato effettui le modifiche normative necessarie per finanziare un intervento straordinario – che vorrete sostenere attraverso la vostra attività - si intende proporre ai competenti Ministeri una disposizione normativa che consenta alla provincia di Vibo Valentia l'utilizzo dei propri fondi vincolo oltre i 5/12 già autorizzati. Tale proposta non comporterà costi aggiuntivi visto che si tratta del'utilizzo di risorse proprie subito disponibili. Inoltre bisogna proporre per gli Enti in stato di dissesto finanziario la cancellazione delle sanzioni per il mancato rispetto del ‘Patto di Stabilità 2014’ diversamente l'Ente inevitabilmente subirà un ulteriore taglio dei trasferimenti e la conseguente possibilità di ottenere maggiore spazi finanziari per saldare i debiti di parte capitale. Tale considerazione - chiosa Niglia - non può però consentirmi di tergiversare nell'accorata richiesta di interventi straordinari, assolutamente indispensabili per assicurare una normale attività amministrativa, allo stato completamente impossibile”. La missiva si conclude con un invito, rivolto ai destinatari, a partecipare all’incontro in programma, il prossimo 30 marzo, presso la sala del Consiglio Provinciale.

Crisi Provincia: Soddisfatta la delegazione vibonese per l'esito degli incontri a Roma

Esprime soddisfazione per l’esito degli incontri istituzionali avuti ieri, nella Capitale, la delegazione di amministratori composta dal Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, dai sindaci di Gerocarne e Spilinga,Vitaliano Papillo e Franco Barbalace, nella duplice veste di consiglieri provinciali, dai primi cittadini di Maierato, Pizzoni e Vazzano, Sergio Rizzo, Tiziana De Nardo e Domenico Villì, nonché dal vicesindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio e dall’assessore al Comune di Soriano, Anna Grillo. Nel corso della missione romana, gli amministratori vibonesi sono stati affiancati dai deputati Ernesto Magorno e Bruno Censore. Da quanto appreso da una nota diramata dal sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo, “I due parlamentari hanno indirizzato gli amministratori vibonesi direttamente verso il sottosegretario al ministero dell’economia e delle finanze, Pierpaolo Baretta, il quale ha preso a cuore la vicenda”. L’incontro con Baretta ha permesso, inoltre, di fissare “un ulteriore incontro al Mef” dove, “alla presenza dei dirigenti, Bilardo e Castaldi, esperti di finanza locale, si è fatto un esame dettagliato delle preoccupanti problematiche oggetto d’esame, cercando di valutare le possibili soluzioni alla luce delle richieste avanzate”. In particolare, la delegazione guidata da Niglia ha chiesto: “ lo sblocco dei trasferimenti per il 2013/2014 (circa due milioni di euro); lo slittamento dei termini per il pagamento delle rate di ammortamento dei mutui; interventi straordinari finalizzati all’ottenimento di anticipazioni di liquidità”. Le richieste avanzate coincidono con la gran parte “ delle misure contenute nel documento sottoscritto a inizio marzo” ed “ utili a garantire il pagamento delle spettanze arretrate e la ripartenza della macchina amministrativa dell’Ente”. In totale, quindi, sono stati “quattro gli appuntamenti romani affrontati dalla rappresentanza vibonese, tutti finalizzati a raccogliere il maggior numero di elementi propedeutici all’ulteriore incontro di mercoledì prossimo (domani Ndr) al Ministero dell’Interno, che è quello competente ad intervenire nel caso in cui gli enti locali siano gravati dallo stato di dissesto economico – finanziario”. In vista dell’incontro di domani “è stato costituito il tavolo tecnico tra Mef, Mininterno e membri della delegazione che, alla presenza di tecnici e politici, tra cui il sottosegretario di stato all’Interno Giampiero Bocci, cercherà di sciogliere definitivamente l’intricata matassa”. “La delegazione – conclude la nota - sta pensando di concedere qualche mese in più al ministero, di modo che venga garantita liquidità almeno fino a giugno. Fermo restando che si è già proiettati nel lavoro per trovare, dopo, soluzioni a lungo termine”.

A Vibo sfila la protesta

Erano volti bui, tirati, a tratti solcati dalla rassegnazione, quelli che componevano il corteo che stamane è sfilato per le vie di Vibo Valentia. Tanti i manifestanti, come tante sono le vertenze irrisolte di un territorio in cui il lavoro rischia, definitivamente, di diventare una chimera. A portare in piazza la loro rabbia, non c’erano solo i dipendenti della Provincia, senza stipendio da mesi, o gli operai della Gam Oil di Rombiolo, finiti in mezzo ad una strada, dopo la sentenza con la quale è stato dichiarato il fallimento dell’azienda per la quale lavoravano. Gli uni accanto agli altri, quasi a volersi idealmente sostenere a vicenda, c’erano gli operatori Infocontact, i lavoratori della Marenostro, quelli della Italcementi ed i pescatori di Nicotera. Un variegato caleidoscopio della disperazione che ha voluto far sentire la propria voce, nel giorno in cui a Roma, il presidente della Provincia Andrea Niglia, incontra i funzionari del ministero degl’Interni per consegnare il rapporto sulla drammatica situazione economica del  vibonese.

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Situazione Provincia di Vibo Valentia, la vicinanza del Presidente dell’UPI Calabria, Enzo Bruno

“La drammatica situazione economica e sociale in cui versa tutto il Vibonese impone provvedimenti, concreti e immediati da parte del Governo nazionale. Siamo vicini al presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, ai lavoratori dell’Ente intermedio e a quanti vivono momenti di difficoltà a causa di precarie condizioni occupazionali”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, presidente dell’Upi Calabria, Enzo Bruno, in seguito all’appello del presidente Niglia che la prossima settimana incontrerà il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci per affrontare la situazione che apre di fatto, a livello nazionale, il “Caso Vibo”. “Nel territorio di Vibo” afferma ancora il presidente Bruno “sono a rischio circa mille posti di lavoro: in bilico non solo i dipendenti della Provincia ma tante realtà imprenditoriali che chiudono i battenti a causa di una crisi economica che non accenna a diminuire, lasciando per strada padri di famiglia. Il rischio è quello di consegnare di fatto questa realtà territoriale nelle mani della criminalità organizzata. Auspichiamo, quindi, che l’incontro romano sia risolutivo e che si arrivi ad un provvedimento atto a garantire le risorse necessarie a normalizzare la situazione, riprendere l’assolvimento dei servizi pubblici essenziali e dare ossigeno alle imprese del territorio”.

Niglia: Non si consegni Vibo alla criminalità

 "Qualora il Governo Renzi non prenderà provvedimenti, concreti e immediati, a tutela del Vibonese che, è bene ricordarlo, rischia di perdere circa mille posti di lavoro, si consegnerebbe di fatto questa realtà territoriale nelle mani della criminalità organizzata. Questo lo Stato  non può e non deve permetterlo". Non usa mezzi termini il Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia per descrivere, in una nota, i rischi che incombono sul territorio vibonese. La gravità della situazione è tale da far parlare, ormai, di “Caso Vibo”. Un “caso” che investe tutti i settori, non da ultimo quello relativo ai dipendenti dell’ente di contrada Bitonto, da mesi senza stipendio. Per cercare di trovare una soluzione concreta, lunedì prossimo, accompagnato da una folta delegazione di sindaci, il Presidente Niglia, incontrerà a Roma, i responsabili della segreteria tecnica del Ministro dell'Interno. Durante la trasferta romana, mercoledì 11, la delegazione vibonese avrà un incontro con il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci, al quale verrà avanzata una serie di dettagliate richieste. In particolare, scrive Niglia "ponendo al centro l'aspetto finanziario dell'Ente Provincia, oramai non più sopportabile. Chiederemo un intervento straordinario ed eccezionale che vada oltre l'attuale normativa. Un provvedimento atto a garantire le risorse necessarie a riprendere l'assolvimento dei servizi pubblici essenziali, a normalizzare l'erogazione del pagamento degli stipendi ai lavoratori e a dare ossigeno alle imprese del territorio».

Caos Provincia, è il giorno della verità?

“Default”. È una parola cupa quella che ricorre nei discorsi dei dipendenti della Provincia di Vibo Valentia. Triste come i loro pensieri, zeppa di incertezze come il loro futuro. Adesso ci vuole coraggio, servono spalle larghe. E soprattutto c’è bisogno di una strategia per cercare di andare avanti. Il presidente Andrea Niglia sa che c’è bisogno di sostegno e pure di franchezza. Per questo, si accinge a presentare, alla presenza del governatore Mario Oliverio, un documento per illustrare la drammatica situazione finanziaria e anche sociale. Si tratta di ‘una fotografia’ della massa debitoria scattata dal comitato tecnico degli amministratori provinciali e comunali composto da Franco Barbalace, Tiziana De Nardo, Pasquale Fera, Raffaele Scaturchio, Domenico Villì, Sergio Rizzo, Vitaliano Papillo e Anna Grillo, coadiuvati dal segretario generale Cesare Pelaia. Le azioni  messe in campo sono dunque molteplici e vanno dall’illustrazione di questo atto, che avverrà oggi pomeriggio, al corteo degli amministratori vibonesi che domani partirà da piazza Municipio per giungere alla prefettura. Le richieste al governo centrale sono chiare: svincolo del Patto di stabilità e adozione di misure straordinarie e urgenti per ottenere liquidità. Che tradotto significa che se non vengono messi subito a disposizione i fondi occorrenti, il malessere sociale diventerà incontrollabile. Difficile se non impossibile, infatti, trattenere l’ira di chi non solo non riceve lo stipendio da mesi, ma non ha neppure la prospettiva di segnali positivi. Lo sanno bene gli amministratori che, consumati i necessari passaggi con il prefetto Giovanni Bruno, sono pronti a partire alla volta di Roma, destinazione ministero degli Interni. Con un aut aut preciso: una soluzione rapida e concreta oppure la riconsegna delle fasce tricolore e delle tessere elettorali. Quindi dimissioni immediate. Nessun bluff, giurano. Vedremo. La drammaticità dello stato di cose può essere affrontata solo con scelte drastiche. E’ indispensabile far sentire la voce del Vibonese, far capire che lo Stato non può essere benevolo con realtà territoriali dalle dimensioni consistenti e poi diventare sordo e cieco al cospetto della sofferenza delle aree considerate “minori”. Padre amorevole con alcuni e patrigno sdegnato con altri. Si chiede, in sostanza, parità di trattamento. Anche se a queste latitudini il piatto forte non è mica quello di garantire a tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità.

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Intimidazione di Stefanaconi, Niglia: "Intervenga Alfano"

"Siamo stanchi di esprimere vicinanza e solidarietà". Questo l'incipit di una nota diramata dal presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, dopo l'atto intimidatorio, compiuto la scorsa notte, ai danni del sindaco di Stefanaconi Salvatore Di Sì. Un intervento vibrante, quello del capo dell'esecutivo vibonese che arriva a chiedere l'intervento del ministro dell'interno, Angelino Alfano. "Quello che, oramai, si alza da questo territorio - continua la nota del presidente Niglia - è un vero e proprio grido di dolore. Lo Stato deve prendere provvedimenti forti e immediati a tutela del territorio Vibonese. La Provincia di Vibo Valentia non può essere abbandonata a se stessa. Il tessuto sociale ed economico si sta completamente disgregando. Per tali motivi - ha evidenziato Niglia - invito il ministro dell'Interno Angelino Alfano a recarsi immediatamente a Vibo Valentia ed a prendere, quindi, provvedimenti forti e incisivi a tutela del territorio. Come mi è capitato più volte di dichiarare in passato - ha aggiunto Andrea Niglia - l'escalation delinquenziale degli ultimi anni, spiega quanto diventi inderogabile ed urgente l'opportunità di meglio garantire la sicurezza di amministratori, cittadini, imprenditori e di quanti, per la loro peculiare attività, sono esposti al rischio attentato. In virtù di queste considerazioni il  Vibonese avverte forte l'utilità di stimolare ulteriormente l'attenzione del governo centrale per la tutela della sicurezza in questo territorio. Le solidarietà nelle più diverse e significative espressioni, le fiaccolate ed i gesti di vicinanza ai malcapitati cittadini non bastano più. Occorre andare oltre, e lo ribadisco - conclude Niglia - lo Stato, stavolta, deve agire immediatamente facendo sentire in maniera forte e concreta la propria presenza in Provincia di Vibo Valentia".

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