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Elezioni provinciali Vibo: ecco le liste in campo

Sono tre le liste che sono presentate per il rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo Valentia: una fa riferimento al deputato Bruno Censore, una al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori e una è il frutto dell’azione congiunta fra Francesco De Nisi, Stefano Luciano, Gianluca Callipo e Antonio Lo Schiavo. Vediamo nel dettaglio la composizione delle stesse: 

 

Partito Democratico:

1. Arena Basilio Nicola

2. Cutrullà Giuseppe

3. Grillo Anna

4. Morello Giuseppe

5. Pellegrino Giuseppe

6. Profiti Gregorio

7. Schiavello Antonio

8. Schimmenti Francesco Attilio

9. Vecchio Vittorio

10. Versace Raffaele

 

Centro Destra Vibonese:

1. Cicciolo Domenico

2. Corigliano Antonio Raffaele

3. Curcio Angelo

4. D'Angelo Ignazio

5. Franzè Katia

6. Galati Gregorio

7. Grillo Antonella

8. Lopreiato Pietro Francesco

9. Ranieli Ginafranco

10. Rombolà Giuseppe

 

Provincia unica:

1. Sesto Rosalba

2. De Nardo Tiziana

3. Fera Pasquale

4. Mangiardi Carmine

5. Gugliotta Francesco

6. Barbieri Pasquale

7. Suppa Domenico

8. Lo Bianco Alfredo Antonio

9. Contartese Silvano

10. Rosano Michele Rosario

 

Garantito il terzo anno di contratto per gli ex Lsu-Lpu della Calabria

È stato approvato questa notte in Commissione Bilancio della Camera l'emendamento 23.07 che consente la spesa per il terzo anno di contrattualizzazione a tempo determinato dei lavoratori ex Lsu-Lpu della Calabria.

“Per il terzo anno consecutivo – spiegano i parlamentari Ferdinando Aiello, Sebastiano Barbanti, Demetrio Battaglia, Bruno Censore, Enza Bruno Bossio, Stefania Covello, Ernesto Magorno, Nicodemo Oliverio e Nico Stumpo - i lavoratori potranno contare sulla prosecuzione del loro rapporto di lavoro con gli enti utilizzatori all'interno di un percorso iniziato nel dicembre 2013 per iniziativa dei deputati calabresi del PD.

Oggi possiamo dire che abbiamo compiuto una parte importante della strada che dobbiamo ancora percorrere.

Vogliamo ringraziare il governo Renzi che, quest'anno, non solo ha messo in bilancio le somme necessarie ma ha dimostrato concretamente di avere compreso il senso stesso della iniziativa che come parlamentari calabresi abbiamo condotto in questi anni.

Vogliamo ringraziare il presidente Oliverio che fin dal primo giorno della sua elezione nel 2014, ha avuto, in questa battaglia, un ruolo determinante e decisivo.

E grazie anche all'assessore Roccisano e alla sua struttura che ha collaborato nella definizione dell'emendamento e nella gestione quotidiana delle relazioni con gli enti territoriali.

Molto lavoro – aggiungono - resta ancora da fare ma una parte importante del percorso avviato nel 2013 è stata compiuta.

Adesso sarà necessario avviare il processo di definitiva stabilizzazione che deve vedere, sin da ora, un'efficace concertazione tra istituzioni, organizzazioni sindacali, enti utilizzatori, Regione Calabria e Governo nazionale.

Proseguiamo sulla strada, indicata dal presidente Oliverio – è la conclusione -  di una regione del Sud che non chiede soldi per assistenza ma si batte per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.

Con buona pace di chi, perseguendo slogan populisti, continua a rappresentare la nostra terra solo come luogo di degrado ed emarginazione, oggi abbiamo scritto una bella pagina di orgoglio e responsabilità”.

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Inps Serra, Di Bella tuona contro Censore e Greco: “Pretendiamo un’Agenzia del territorio”

"Le tardive dichiarazioni di intenti del deputato del PD Bruno Censore e  del direttore regionale dell’Inps Giuseppe Greco rappresentano una intollerabile offesa alla dignità delle popolazioni serrese.

Ammesso che avessero in animo di contestare la determina dell’Inps del 15 settembre scorso settembre scorso avrebbero dovuto farlo nelle immediatezze del provvedimento adottato dal presidente dell’Istituto Tito Boeri.

Cosa che puntualmente non è avvenuta.

Oggi il loro intervento non è credibile e conferma l’antico sistema, sempre in auge soprattutto da queste parti, di intervenire quando non c’è più niente da fare. 

La mazzata tra capo e collo è, infatti, intervenuta già da qualche mese. Era allora che Censore e Greco, e non solo, avrebbero dovuto tirare fuori gli artigli per respingere l’assurdo contenuto di una determina che ha spento sul nascere ogni speranza in chi pensava che il diktat di Tito Boeri potesse essere fermato e revocato.

Oggi le chiacchiere di Censore e Greco danno ragione a quella stragrande maggioranza della popolazione che avvilita per l’accaduto non sa a quale santo votarsi per sperare che venga fuori l’inversione di rotta di chi aveva già da tempo disegnato il disagio più grave per la popolazione serrese alle prese con i servizi erogati dall’Inps e più esattamente dell’ex Agenzia di Serra San Bruno”.

Nino Di Bella, vicesindaco di Dinami, e responsabile del patronato Encal della Cisal non ci sta e respinge ulteriormente, sdegnato, l’intervento dei “pompieri” Censore e   Greco. 

“Ringrazio il sindaco di Serra Luigi Tassone per la sua disponibilità ed il tentativo espletato di promuovere un coinvolgimento dei sindaci di tutto l’hinterland, però resta fermo il fatto che in questo momento è allarme rosso su tutto il territorio.

Mi sarei atteso un coinvolgimento di massa. Soprattutto dell’on. Bruno Censore che dopo aver dormito prima e dopo il 15 Settembre, oggi tenta di ridimensionare l’accaduto ma in  realtà la popolazione ben comprende che il dato è abbastanza eloquente. 

Noi – aggiunge - siamo dell’avviso che occorre rispedire al mittente, ovvero al presidente Tito Boeri, l’effetto devastante contenuto nella famigerata determina.

Noi chiediamo, per contro, che l’Inps riveda il proprio atteggiamento e consenta il ripristino del più pieno servizio a Serra San Bruno attraverso la istituzione di una vera e propria Agenzia del Territorio capace di superare la precarietà di attività espressa sia come Agenzia che peggio ancora come punto Inps.

Il tutto perché le necessità di popolazioni così fortemente penalizzate come ad esempio Nardodipace per non parlare della frazione Cassari, già abbondantemente derelitte, possano contare su un servizio adeguato alle esigenze della stessa popolazione. 

È giusto, inoltre, che il massimo rappresentante di Governo della Provincia, il prefetto Carmelo Casabona, si faccia carico della delicatezza del problema ed assuma tutti gli adempimenti necessari per sconfessare le valutazioni espresse da qualche dirigente regionale e provinciale Inps che, si dice, abbiano indotto il presidente a firmare la determina del 15 settembre scorso”. 

L’ironia di Mangialavori sulle dichiarazioni di Magorno: “Premio Nobel per la ricostruzione dei fatti”

“La sortita politica di Magorno raggiunge, obiettivamente, vette letterarie impensabili. Le denunciate trame oscure, sottilissime e argute, ordite dal centrodestra per screditare l’onorevole Censore e assestare un colpo definitivo alle sacrosante ragioni del Sì referendario sono al limite del Premio Nobel. Bob Dylan può fare a meno di ritirare il controverso riconoscimento e l’Accademia svedese può volgere lo sguardo in terra di Calabria”.

Sono le ironiche e pungenti affermazioni del consigliere regionale Giuseppe Mangialavori che replica al segretario regionale del PD.

“Alla fin fine – sostiene l’esponente della Cdl - la dietrologia spadroneggia e giunge a conclusioni impensabili. Sorprende come non sia stato tirato in ballo Trump che per fare dispetto a Obama tifa naturalmente per il No referendario. A questo punto non rimane che attendere un’ufficiale presa di posizione della fantasia che si dissocerà dalla realtà con veemenza e fermezza. Giusto per dire qualcosa di banalmente prosaico, forse occorre spendere due parole. Il litigio che ha coinvolto il sindaco di Vibo e un deputato del maggiore partito d’Italia ha avuto un’eco massmediatica notevole e non poteva essere diversamente. Le implicazioni di natura umana – conclude Mangialavori - hanno indotto Forza Italia, principale soggetto di centrodestra, a non intervenire pubblicamente. Perché, cosa che probabilmente l’onorevole Magorno sottovaluta, anche in politica, in alcune circostanze, il silenzio è d’oro. In altre, addirittura di platino”.

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Battibecco Censore-Costa, Magorno: “In atto strategia della delegittimazione”

“In riferimento alla polemica intercorsa tra il sindaco della Città capoluogo di Vibo Valentia ed il Partito Democratico, abbiamo deciso di intervenire per chiudere definitivamente una vicenda paradossale per il modo in cui è stata rappresentata”.

Ad affermarlo è il segretario regionale del PD Ernesto Magorno che aggiunge: “si capisce bene, come la polemica strumentale che sta tenendo banco in questi giorni sulla vicenda, faccia parte di una strategia messa in atto dal centrodestra e da diversi gruppi trasversali per delegittimare il ruolo politico dell'on. Bruno Censore, al quale siamo legati da affetto e stima, che è politico di spessore morale e umano, nonchè uno dei dirigenti nazionali del Partito Democratico più attenti e attivi per la risoluzione delle ataviche problematiche che affliggono la nostra terra. 

Si è voluto artatamente puntare l'indice contro l'on. Censore – sostiene Magorno - per un comportamento dallo stesso mai tenuto, con l'intento di esporlo mediaticamente e negativamente, nonchè tutto il PD calabrese nel momento in cui il Partito si trova a combattere una dura battaglia in favore delle riforme costituzionali.

Comprendiamo – conclude - che il lavoro posto in essere dalla stragrande maggioranza del PD a favore del SI in occasione del referendum del 4 dicembre, crei fastidio a quella parte di politica che vede nelle riforme costituzionali la fine di una politica demagogica e poco rappresentativa dei cittadini, ma il PD andrà avanti per la sua strada a favore del cambiamento”.

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Caso Censore-Costa, la pezza del PD è peggio del buco: “Sulla stampa motivazioni tendenziose”

“Seguendo un copione mediatico che ritma la quotidianità vibonese è stata amplificata una vicenda che nella intenzione degli organizzatori aveva l’obiettivo opposto: illustrare le ragioni del Sì e aprire un confronto franco e aperto”. Ad affermarlo è il responsabile Organizzazione regionale del PD Giovanni Puccio che prova a ricostruire la vicenda che ha tenuto banco negli ultimi giorni, spostando però l’attenzione da quello che è il fatto in sè ovvero l’impossibilità di parlare di un sindaco nel proprio municipio.

“A presentare la riforma costituzionale – sostiene Puccio - era stato chiamato il viceministro on. Ferri, magistrato in aspettativa e collega del sindaco di Vibo Valentia. 

Una incomprensione tra l'on. Censore, a cui era stato affidato il compito di presiedere l'iniziativa, e il primo cittadino, a cui era stato chiesto di fare un saluto, al fine di fare chiarezza, nè l'on. Censore né nessun altro ha chiesto al sindaco di lasciare l'Aula consiliare, pertanto, risultano tendenziose le motivazioni apparse in questi giorni sulla stampa, deviando il significato della stessa spostando l’attenzione sull'incomprensione e non sul merito del convegno. La presenza del sindaco Costa non era dettata, per quanto possiamo rilevare dopo la sua partecipazione ad un medesimo convegno a Lamezia, da un semplice desiderio di rito tra colleghi ma dall’interesse sulla proposta dei sostenitori del Sì. La stampa – è l’ipotesi di Puccio - ha dato notizia dell’episodio perché il profilo emotivo sovrasta la notizia ma trascura di mettere in luce la posizione del sindaco in materia.  

Ora è del tutto evidente che si tratta di un episodio circoscrivibile a quel frangente e che va al di là delle collocazioni politiche tra maggioranza ed opposizione nel Consiglio comunale di Vibo Valentia. Pertanto, la polemica che è intercorsa in questi giorni  rischia di risultare stucchevole e fuorviante. Tutto può essere portato alla normalità e al merito delle questioni sulle quali l’elettorato sarà chiamato ad esprimersi il prossimo 4 dicembre. 

Su questi temi peraltro – conclude Puccio - a Vibo Valentia e provincia, il Partito Democratico è largamente unito”. Peccato che, intanto, siano intervenuti esponenti tanto del PD per scusarsi dell’accaduto a nome della corrente del partito che rappresentano (Callipo) quanto del centrodestra per biasimare la condotta di Censore (Grillo).

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Battibecco Censore-Costa, Grillo bacchetta PD e centrodestra: “Rispetto istituzionale prima di tutto”

“È davvero incredibile ciò che è accaduto a Vibo durante la visita del sottosegretario Ferri: mai era accaduto che il sindaco della città che ospita l’evento fosse impedito a porgere il saluto istituzionale”.

È quanto afferma il già coordinatore provinciale di Forza Italia e del Pdl Valerio Grillo che, in riferimento al recente episodio che ha visto come protagonisti il deputato del PD Bruno Censore ed il sindaco di Vibo Elio Costa, si schiera decisamente con il secondo.

“Costa – spiega Grillo – quale uomo istituzionalmente corretto e certamente ben educato non voleva sottrarsi a quello che era un suo compito, ma evidentemente qualcun altro, che ha poca dimestichezza con i metodi istituzionali, ha ritenuto di dover bloccare l’intervento. Da questo fatto si possono operare tre considerazioni: a) i piccoli esponenti della politica nostrana si sono resi conti della magra figura che avrebbero fatto al cospetto di un esponente del Governo dopo l’esposizione degli argomenti di Costa; b) il sottosegretario stesso mettendo a confronto l’intervento di Costa e quello di Censore avrebbe subito un effetto devastante; c) sono risibili le giustificazioni di chi sostiene che Costa avrebbe cercato, così facendo, di guadagnarsi una candidatura al Senato. Costa - sostiene Grillo – conosce perfettamente la valenza di questi piccoli censori, intesi ovviamente come valutatori severi della condotta, e se avesse avuto qualche mira in tal senso, saprebbe senza dubbio a chi rivolgersi per ammansire i personaggi servili.

Qualche considerazione – rileva Grillo – va anche fatta riguardo alla silente aggregazione di maggioranza al Comune che, ancora una volta, dimostra di subire la presenza di un sindaco come Costa e di non amarlo. Avrebbe dovuto difenderlo strenuamente ma, si sa, chi la sera si consente laute cene con i rappresentanti della sinistra di certo ha più a cuore i rapporti con quest’ultima che  quelli con il proprio sindaco. Ma Costa sa bene da chi è contorniato, poiché più di una volta il silenzio è stato assordante. Forse – è la conclusione – i piccoli leader nostrani hanno delle mire senatoriali e hanno paura che la personalità di Costa li metta in ombra”.

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Callipo prende posizione: "Da Censore grave sgarbo a sindaco e cittadini di Vibo"

"In qualità di presidente nazionale di Anci giovani non posso fare a meno di biasimare quanto accaduto ieri sera nell'aula del Consiglio comunale di Vibo Valentia, dove è stato impedito al sindaco Elio Costa di porgere il suo saluto istituzionale al sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, intervenuto a un incontro promosso dal deputato Brunello Censore".

Prende posizione Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo Calabro, sulla querelle esplosa tra il parlamentare del Partito Democratico ed il Primo Cittadino di Vibo Valentia.

"Non voglio entrare nel merito dei motivi che presumibilmente hanno indotto Censore a commettere questo grave strappo istituzionale, ma trovo inqualificabile - incalza Callipo - che il sindaco, massima autorità cittadina, non abbia potuto porgere il benvenuto della città che amministra al rappresentante del Governo, che a quanto pare è anche un suo caro amico. Tanto più che l'incontro si svolgeva nell'Aula consiliare, 'casa' del sindaco e dei cittadini. Si è detto, per spiegare il comportamento dell'onorevole Censore, che si trattava di un incontro partitico, come se ciò possa giustificare lo sgarbo istituzionale che è stato compiuto. A parte che una politica che marginalizza i cittadini e chi li rappresenta perché eletto, non piace a nessuno, tranne a chi se ne fa scudo, se proprio si voleva tenere fuori ogni altro interlocutore meglio sarebbe stato organizzare l'incontro in qualunque altro luogo che non richiamasse, come invece fa una sala consiliare, la partecipazione e il confronto democratico". "

Come rappresentante dell'Anci - è la sferzante conclusione di Callipo - condanno dunque senza riserve quanto accaduto, ma a nome del partito in cui milito, in qualità di iscritto e di membro dell'Assemblea nazionale, porgo al sindaco Costa le scuse del Pd o, per meglio dire, di quella parte del Pd che come me crede in un altro modo di far politica".

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