Situazione migranti, Sculco: “Ripensare sistema di accoglienza”

“La condizione dei centri d’accoglienza per i migranti  in Calabria e nelle altre regioni meridionali è al limite della tollerabilità. Sui migranti è necessario che l’Europa passi dall’esortazione ‘Arrangiatevi!’, rivolta ai Paesi del Sud, ad una forma di solidarietà concreta. Altrimenti, vista ormai la frequenza ed il numero degli sbarchi, si rischia l’implosione dei centri d’accoglienza e l’incidente, che soffierebbe altro vento nelle vele del populismo xenofobo e reazionario”. Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco alla luce “degli ultimi arrivi a Vibo e a  Crotone. I migranti - spiega - costituiscono  la questione delle questioni per ogni democrazia. Una questione che in Italia, ed in particolare nel Mezzogiorno, da un po’ di tempo ha un forte impatto umanitario e sociale, considerato, tra l’altro, che, come segnala l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, dopo il blocco della frontiera spagnola e la riduzione del corridoio ellenico/balcanico, in Italia giunge il 93 per cento dei migranti e giungono, soprattutto, sulle coste meridionali. Il rischio serio, in queste condizioni, è la saturazione dei nostri centri d’accoglienza e il sovraccarico di responsabilità per Prefetture e operatori del settore, ma anche l’impossibilità di organizzare una formazione dignitosa e dunque di agire sulla leva dell’integrazione che esige, da parte di chi arriva,  il rispetto delle regole e dei valori della civiltà occidentale. Le assegnazioni è necessario che siano effettuate in un clima che renda agevole  i controlli sulle modalità con cui è effettuata tutta la ‘gestione’ di uomini, donne e bambini che hanno diritto all’accoglienza, ma anche e soprattutto ad un trattamento professionale idoneo all’inserimento”.

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“Calabria penalizzata da politiche dell’accattonaggio di risorse pubbliche”

“La politica deve avere più coraggio per abbattere il muro del dislivello Nord-Sud che impedisce al Mezzogiorno di uscire dall’emergenza ed al Paese di risalire la china”. Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo cui “nonostante la flebile ripresa segnalata dalla Svimez e l’impegno del Governo è indubbio che occorre fare di più e meglio. Se non si agisce insieme, dal centro e dalla periferia, attraverso il coinvolgimento del nostro prezioso capitale sociale, il Mezzogiorno farà fatica a mettere a profitto i suoi punti di forza e il Paese stenterà a voltare pagina. Rimanendo appiattiti in una logica politica che non mette in discussione l’economia di dipendenza del Sud non si potrà che reiterare gli errori del passato”. Spiega la consigliera regionale: “Per andare oltre la drammatica condizione sociale dei nostri giorni, il Mezzogiorno deve riscoprire l’importanza strategica delle proprie risorse e la Calabria deve riscoprire se stessa a partire dalla propria storia che ci ricorda i danni enormi provocati dalle politiche dell’accattonaggio di risorse pubbliche e dello sviluppo eterodiretto. Perciò è urgente una svolta nelle strategie delle classi dirigenti calabresi. Non è tanto utile porsi il problema dell’utilizzo delle risorse finanziarie, a incominciare da quelle comunitarie, quanto di finalizzarle allo sviluppo armonizzato con le peculiarità del territorio e verificare l’impatto che le risorse hanno sulla vita dei calabresi. Verificare, cioè, se hanno la capacità di smuovere antiche criticità o se, al contrario, riproducono ben note dipendenze sia dalla politica centralista che dal sistema imprenditoriale nazionale che spesso ha preso molto e dato molto poco. È tempo, e le intelligenze politiche  per rilanciare le ragioni della Calabria ci sono, di aprire su questi temi un dibattito che ci consenta di ripartire dai nostri luoghi, ripensando, anche con l’aiuto dei nostri giovani e dei centri universitari, il rapporto tra centro e periferia, tra locale e globale, affinché sia percepita l’idea che la riqualificazione delle aree più depresse del Sud passa, in primis, dal rifiuto delle logiche esogene ed estranee alle propensioni delle nostre realtà e, in secondo luogo,  dal mettere in campo un approccio territoriale che abbia come riferimento l’identità culturale della Calabria”. Ancora Flora Sculco: “Tutto ciò che produce, a partite dalle identità dei singoli territori e dalla ricostruzione urgente di un minimo di coesione sociale della regione, innovazione e valorizzazione del patrimonio culturale, non può che rientrare nell’agenda della politica. Non c’è politica che tenga se non si recupera la relazione con il territorio e con il meglio che esso esprime. Soltanto ridando, lungo questo tracciato d’impegno, ruolo, senso e funzione alla politica, si riduce  lo spazio della demagogia imperversante e si dà speranza alla società calabrese e alle nuove generazioni. Insistere su visioni organigrammatiche del potere politico e amministrativo non porta da nessuna parte, anzi contribuisce a delegittimare ulteriormente le Istituzioni”. Conclude la consigliera regionale: “Vivendo in una congiuntura internazionale che evidenzia, alla luce degli eventi epocali disastrosi che minano le basi della civiltà occidentale, il fallimento di modelli economici a forte impronta liberista che hanno acuito le diseguaglianze sociali, proprio i ‘saperi’ del Mezzogiorno italiano e la sua carica valoriale potrebbero rappresentare una speranza per l’Italia”.

"Un giovane calabrese su due non studia e non lavora"

"Tra le criticità su cui si sofferma il Rapporto Bankitalia sull’economia calabrese, colpisce la percentuale (50 per cento) da capogiro dei giovani che non studiano e non lavorano. L’emergenza disoccupazione giovanile, specie nel Mezzogiorno, è di quelle che non dovrebbe far dormire la notte chi ha a cuore le sorti della democrazia”. Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo cui: "Se in Italia le diseguaglianze sociali, da quando è iniziata la crisi più grave dal dopoguerra che ha tagliato un milione di posti di lavoro, ha il volto dei giovani a cui è negato l’inserimento nel mercato del lavoro, nelle aree più svantaggiate come la Calabria questo aspetto della crisi assume forme acute. Dinanzi ai dati complessivi sull’economia regionale  che si sommano agli storici ritardi di sviluppo e alle tante emergenze tra cui la fragilità del welfare e l’impoverimento delle famiglie, è urgente che le Istituzioni svolgano la loro funzione con un supplemento di responsabilità e di concretezza. Come possono i nostri giovani interessarsi del futuro della nostra democrazia o dei risvolti che si annunciano dall’eventuale uscita delle Gran Bretagna dall’Europa, se la realtà in cui vivono non riconosce loro i diritti costituzionali di base? E’ già un miracolo - sottolinea la consigliera regionale - se ancora i giovani  votano per il rinnovo dei consigli comunali! L’auspicio è che ci si occupi di un’intera generazione che  rischia di restare prigioniera nello scandalo sociale del precariato e dell’assenza di una prospettiva occupazione indispensabile per realizzare progetti di vita a medio termine. Cosi come è importante che nell’utilizzo delle ingenti risorse a disposizione della Regione si utilizzi un’accorta valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche sull’economia reale e segnatamente  sull’emergenza disoccupazione giovanile. Alla Calabria non serve la spesa per la spesa, indiscriminata e in continuità con gli errori commessi nei decenni scorsi. E’ tempo - conclude Flora Sculco -  di mettere le Istituzioni al servizio della Calabria. Semplificando i passaggi burocratici  e  orientando  la spesa su obiettivi determinati e verificando costantemente gli effetti dell’utilizzo delle risorse. Non serve a nessuno spendere, se non si ottengono risultati tangibili e finalizzati a dare alla Calabria una boccata d’ossigeno". 

Sculco: “Indicare una presenza femminile fra i membri del Corecom”

"Sia una donna uno dei tre membri del ‘Corecom’ che il Consiglio regionale, attraverso il suo Presidente, si appresta a indicare”. E’ quanto chiede la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Non c’è una norma che imponga la presenza di una donna nel ‘Corecom’. Ma visto che lo stesso Presidente del Consiglio ha considerato superata dai tempi la legge regionale in base alla quale si effettuano le nomine, al punto che per talune nomine è stato individuato il sorteggio quale metodo innovativo, è auspicabile che nel procedere alle nomine mancanti si assecondi la propensione della legislazione europea, nazionale e regionale. Una legislazione avanzata che, sulla parità di genere, mira a concretizzare le previsioni dell’articolo 51 della Costituzione secondo il quale a tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso è data la possibilità di accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza”. Sottolinea Flora Sculco: “La Calabria, a inizio legislatura, ha innovato lo Statuto, prima in Italia, con un mio emendamento votato all’unanimità dal Consiglio regionale, che prevede la presenza obbligatoria del 30 per cento di donne in Giunta. Adesso, si tratta di essere coerenti su tutto ciò che discende dal dovere costituzionale, ma anche civico e cultuale, volto a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne di partecipare attivamente alla vita delle istituzioni. Persino per i consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate e delle partecipate pubbliche, grazie alla ‘legge Golfo’ (n.120 del 2011) è obbligatoria la presenza di una percentuale di donne e il Governo ha avvertito l’urgenza di rendere strutturale  l'obbligo dell'equilibrio tra uomini e donne in quei posti di comando. Pertanto, mi pare che nulla osti, specie per un modo d’intendere le istituzioni rispettoso della Costituzione e del dibattito sulla parità di genere, per procedere alla nomina di una donne fra i componenti del Comitato regionale per le comunicazioni. Naturalmente - conclude la consigliera regionale - si chiede di osservare, con obiettività e responsabilità, i curricula presentati, valutando tra chi, per studi, titoli ed esperienza maturata nel settore, può dare, più di altri, un contributo per l’efficace funzionamento di un organismo  cui è demandata la vigilanza e il controllo su una materia delicata come la comunicazione che investe l’essenza stessa della democrazia calabrese”. 

Sculco contro la Regione: “Figuraccia su leggina ‘farlocca’ su commissari Asp”

“È con soddisfazione che prendo atto della bocciatura da parte del Governo di una leggina ‘farlocca’ approvata ad aprile in prossimità della campagna elettorale e con l’evidente intenzione di condizionare il voto, in particolare a Crotone, dove il commissario dell’Asp, dottor Sergio Arena, scaduto e privo dei requisiti per essere nominato direttore generale, è stato incredibilmente prorogato contro ogni criterio di buona amministrazione e trasparenza”. È quanto asserisce la consigliera regionale Flora Sculco che aggiunge: “Questa figuraccia ricade sull’Esecutivo regionale che avrebbe dovuto correttamente indicare direttori generali e non prorogare i commissari. Ho pubblicamente denunciato, nell’immediatezza, la vergognosa pagina legislativa della Regione ed ho scritto al presidente del Consiglio dei Ministri chiedendo di promuovere specifica impugnativa avverso la legge regionale n. 11/2016 nella parte in cui ha aumentato la durata temporale dell’incarico dei commissari straordinari, così come ho scritto anche al presidente dell’Anac, perché vigilasse su tutte le nomine deliberande, soprattutto in relazione all’Asp di Crotone ove è stato prorogato un commissario già in carica da oltre un anno, mentre la città di Crotone si accingeva ad andare al voto del 5 giugno  per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco”. Sottolinea Flora Sculco: “La bocciatura da parte del Governo dà ragione alle mie sollecitazioni ed anche al mio auspicio affinché quel commissario non emettesse atti e provvedimenti in un contesto assai oscuro. Di sicuro, da qui in avanti il commissario dottor Arena non potrà assumere decisioni di alcun genere, a meno che non si vogliano assumere gravi responsabilità in sede di Corte dei conti”. Ancora la consigliera regionale: “Anche uno studente al primo anno di giurisprudenza si sarebbe reso conto dell’illegittimità costituzionale della leggina approvata, ma l’averla voluta approvare, a dispetto di tutto e tutti, tradisce la volontà di utilizzare la sanità per finalità improprie”. Conclude la consigliera regionale: “si è voluto allungare il tempo della durata dei commissari per circa metà legislatura regionale, violando il principio della temporaneità e straordinarietà dell’incarico del commissario amministrativo, essendo lo stesso in carico del tutto straordinario e temporaneo in quanto svincolato dai principi costituzionali. La manifesta assenza di qualsiasi motivazione giuridica sufficientemente idonea a legittimare i commissariamenti delle Aziende sanitarie regionali, autorizza a dedurre che si è voluto strumentalizzare la legislazione per un utilizzo politico dei commissari”.

"Si eviti il licenziamento di 700 addetti delle strutture di assistenza extra ospedaliera accreditate"

"Si scongiuri con ogni mezzo il licenziamento di 700 addetti delle strutture di assistenza extra ospedaliera accreditate e si ascolti, con l’urgenza che la situazione esige, l’accorato appello di strutture che svolgono servizi di assistenza fondamentali e pongono problemi che, se non risolti, avrebbero un drammatico impatto per anziani non autosufficienti e disabili". E’ quanto sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Questioni del genere e servizi cosi indispensabili, considerato tra l’altro lo stato deplorevole della sanità pubblica e la gracilità del welfare calabrese che carica le famiglie già sfiancate dalla crisi di ulteriori e pesanti  oneri, non possono essere condizionati da polemiche estenuanti e da normative, come il famigerato decreto commissariale 26, assunte sulla base di visioni economistiche refrattarie ad ogni bisogno della collettività”. Infine, ad avviso della consigliera regionale “E’ tempo di pervenire ad un chiarimento, ispirato dal buon senso e dalla priorità che occorre dare agli interessi generali, tra chi ha responsabilità dirette nella gestione della sanità, visto che la contrapposizione e le polemiche stanno provocando lacerazioni profonde nel sistema sanitario pubblico e privato e sfiducia nei cittadini”. 

Povertà. "Tante famiglie calabresi al limite della sopportazione"

"Si dia una mano alle famiglie italiane, specie a quelle che non ce la fanno più a sbarcare il lunario e i due terzi delle quali sono nel Mezzogiorno. Lo si faccia sulla base delle prescrizioni della Costituzione che impone allo Stato di agevolarle con misure economiche ed altre provvidenze affinché possano adempiere ai loro compiti fondamentali". Lo afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo cui "in tante realtà del Sud e della Calabria siamo ormai al limite della sopportazione, perché gran parte dei disagi prodotti dalla crisi e dai tagli al welfare si scaricano sulle famiglie. Pur sapendo che sul tema c'è la sensibilità del Governo, è tuttavia auspicabile che lo stesso agisca presto, preferibilmente col varo di un pacchetto fiscale organico che miri a facilitare i compiti delle famiglie italiane ed in particolare di quelle del Mezzogiorno sempre più sovraccaricate di oneri. L’attenzione del Governo si muove nella direzione giusta, sia per quanto concerne il 'bonus bebè' e la previsione di detrazioni a partire dal secondo figlio che per l’allargamento della ‘no tax area’ in ragione del numero dei figli. Con famiglie meno tartassate dal fisco e più sostenute nello svolgimento dei loro compiti - sottolinea Flora Sculco - non solo si fronteggiano meglio una serie di altre questioni che vanno dalla denatalità, problema non più ciclico ma strutturale, alla formazione dei minori, ma si concorre altresì ad aiutare il Paese a mettersi al passo con il trend di crescita degli altri partner europei". Conclude la consigliera regionale: “Nel Mezzogiorno la povertà assoluta in rapporto alla popolazione, aumentata dal 2008 al 2014 dal 5,2% al 10,6%, è in continua crescita con numerose famiglie al limite della povertà assoluta.  E’ urgente che si addivenga, oltre a rendere operativi i provvedimenti specifici per il rilancio del Sud, a un ‘grande patto per favorire la famiglia’ anche in funzione del contrasto alla povertà e all’emarginazione sociale, come propone il ministro Enrico Costa. Un ‘patto’ che interessi non solo lo Stato, ma anche le Regioni e che includa ogni possibilità di risorsa disponibile per rendere efficaci i provvedimenti volti a irrobustire le funzioni della famiglia".  

"L'arrivo di Renzi in Calabria è un'ottima notizia"

"L’arrivo del premier Renzi a Reggio per l’inaugurazione del Museo archeologico nazionale e la sigla del ‘Patto per la Calabria’ è un’ottima notizia". E’ quanto sostiene la consigliera regionale di Calabria in rete Flora Sculco che, qualche giorno addietro, ha espresso apprezzamento "per il miliardo di euro destinato alla nostra regione nella logica del 'Patto per la Calabria' che ci ha visto - sottolinea -  protagonisti, dopo l’annuncio del Masterplan per il rilancio del Sud del Governo, con iniziative istituzionali in seno al Consiglio regionale, incontri, dibattiti e convegni sul territorio che hanno coinvolto le istanze sociali, imprenditoriali e professionali e la stessa società civile”. Per la consigliera regionale “si tratta di un’occasione importante che richiede, tuttavia, un lavoro straordinario di programmazione e canalizzazione per la realizzazione di opere strategiche e per il rilancio di sviluppo e occupazione. Senza dubbio - prosegue Sculco - questo primo step e l’arrivo del capo del Governo per la sigla del 'Patto per la Calabria" costituiscono un segnale tangibile d’attenzione.  Siamo dinanzi ad una svolta, che però va ulteriormente arricchita di contenuti e di progetti attraverso una partecipazione condivisa e plurale in primo luogo delle istanze rappresentative dei territori. La sfida dello sviluppo del Mezzogiorno è la sfida della crescita del Paese intero. Dovranno essere rispettati il percorso, la nuova metodologia, l’entità delle risorse ipotizzate (tenendo conto che il Masterplan indica in 100 miliardi di euro la somma da impegnare dal 2016 al 2023), gli strumenti e soprattutto i ritmi e i tempi entro i quali questa missione per il Sud va realizzata. Tutto questo per fugare i rischi che le risorse investite siano frammentate in tante azioni scollegate da una visione di sviluppo. È questo lo sforzo e l’impegno maggiore che devono svolgere gli organi di indirizzo e di governo della Regione". Ad avviso di Sculco: "serve un coinvolgimento collettivo. Serve fare squadra, abbandonando individualismi e campanilismi che nel tempo hanno finito con l'indebolire lo stesso potere di negoziazione della Calabria e occorre la condivisione di strategie per un nuovo e qualificato e moderno sviluppo".

 

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