Colpisce un familiare con le forbici, arrestato

Nel pomeriggio di ieri, la polizia ha tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Cosenza, un 30enne del luogo, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti di un congiunto.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 29 novembre, quando, al culmine di una furiosa lite, un uomo è stato colpito al volto con delle forbici. Il ferimento sarebbe stato compiuto dall’indagato che, in preda ad un forte stato di agitazione e alterazione psico-fisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti, si sarebbe scagliato contro il familiare. Da quanto denunciato dalla presunta vittima, si sarebbe trattato dell’ennesimo episodio di violenza, consumato dal presunto aggressore, a causa dallo stato di tossicodipendenza.

L’attività d’indagine avviata in seguito alla denuncia ha consentito di accertare i reati contestati, attraverso le dichiarazioni di testimoni e le evidenze acquisite in occasione dei numerosi interventi effettuati dalle forze di polizia e quindi di procedere nei confronti dell’indagato, a garanzia della sicurezza e della tutela delle presunte vittime.

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Ex commissari Consorzio di bonifica accusati di peculato: sequestrati 1,2 mln

I militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Cosenza, coadiuvati dai colleghi delle Stazioni di Cosenza e Rogliano, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, ai fini di confisca obbligatoria anche per equivalente, emesso dal Tribunale del capoluogo bruzio.

Il provvedimento giunge in seguito ad una sentenza di condanna di primo grado per peculato, nei confronti di due commissari liquidatori del Consorzio di bonifica Piana di Sibari e media Valle Crati.

I due, per l’accusa, che si è avvalsa dei risultati delle indagini condotte dal Nipaaf e dalla sezione di pg dell’allora Corpo forestale dello Stato, si sarebbero appropriati di oltre due milioni di euro. Pertanto il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo ai fini di confisca, delle somme di danaro rinvenute sui conti correnti bancari e postali, sui libretti di risparmio, sui depositi bancari dei due soggetti.

In particolare, sono stati interessati dal provvedimento anche diversi immobili, terreni, azioni, fondi esteri e quote societarie quantificabili complessivamente in oltre un milione e duecentomila euro.   

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Si presenta in questura per chiedere protezione internazionale, ma viene arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Ieri sera, la Squadra mobile di Cosenza ha eseguito un decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso lo scorso 1 ottobre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, nei confronti di un cittadino egiziano di 20 anni.

Il giovane si era presentato presso l’Ufficio immigrazione della Questura cosentina, con l’intenzione di chiedere protezione internazionale, declinando però generalità diverse rispetto a quelle per le quali era stato emesso il provvedimento.

Dalle verifiche è emerso che il ventenne era già stato identificato con un altro nominativo, in occasione dello sbarco avvenuto a Lampedusa lo scorso 17 agosto. Le indagini effettuate nella circostanza fecero emergere presunte responsabilità, in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nei confronti del cittadino egiziano e di altri sette extracomunitari. Per tali motivi, quindi, lo scorso 1 ottobre, nei loro confronti, era stato emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, al quale, tuttavia, il cittadino straniero, fermato ieri in questura, si era sottratto rendendosi irreperibile.

Espletate le formalità di rito, l’indagato è stato associato alla locale casa circondariale.

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Calabria: operazione contro la 'ndrangheta, oltre 200 misure cautelari

All’alba di oggi, a Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale, i carabinieri del Comando provinciale della città bruzia, il personale
delle Squadre mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, del Servizio centrale operativo di Roma, i finanzieri del Comando provinciale di Cosenza, del Nucleo di polizia valutaria di Reggio Calabria, con il Gico del Comando provinciale di Catanzaro e lo Scico di Roma, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 202 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui: associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravate dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo - e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Contestualmente è stato eseguito, a cura dei finanzieri del Gico di Catanzaro e dello Scico di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal pm, che dovrà essere sottoposto al vaglio del giudice per le indagini preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro.

I dettagli dell’operazione saranno comunicati nel corso della conferenza stampa in programma alle 11 di oggi, presso i nuovi locali della Procura della Repubblica di Catanzaro, con il procuratore capo, il procuratore aggiunto vicario e le polizie giudiziarie dell’Arma dei carabinieri, della polizia di Stato e della guardia di finanza.

 

Violenze e maltrattamenti all'ex convivente, manette per un 64enne

La polizia ha tratto in arresto un uomo di 64 anni ritenuto responsabile dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti, estorsione e stalking nei confronti dell’ex convivente.

Tutto ha avuto inizio nelle scorse settimane, quando la donna, ormai esasperata e terrorizzata, si è presentata presso gli uffici della Squadra mobile di Cosenza, dove ha raccontato di aver subito diversi episodi di maltrattamenti e rapporti sessuali di ogni tipo consumati contro la sua volontà, spesso sotto la minaccia di un coltello. Come se non bastasse, l’uomo avrebbe preteso anche una parte della pensione percepita dalla presunta vittima. Neanche la decisione di troncare la relazione sarebbe servita a tenere lontano l’indagato che avrebbe continuato a perseguitarla e a minacciarla, tanto da farle limitare le uscite di casa.

Ricevuta la denuncia, gli investigatori si sono messi al lavoro e una volta accertato quanto dichiarato dalla donna hanno assicurato l’uomo alla giustizia.

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Armi e droga, un arresto e una denuncia

Durante una serie di controlli del territorio, i poliziotti della Questura di Cosenza  hanno  denunciato una persona trovata in possesso di 60 grammi di marijuana.

Inoltre, durante una perquisizione hanno arrestato un uomo nella cui abitazione hanno rinvenuto un fucile calibro 12, una pistola semiautomatica calibro 6.35 e le relative munizioni. Entrambe le armi avevano la matricola abrasa.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto nella casa circondariale di Cosenza.

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Accoltella una donna, arrestato

Un uomo residente in un centro del Cosentino è stato arrestato dalla polizia, poiché ritenuto responsabile dell’accoltellamento di una donna di 72 anni.

Tutto ha avuto inizio ieri mattina, quando in piazza Valdesi, a Cosenza, una pensionata è stata raggiunta alle braccia e al tronco, dai fendenti inferti da una persona, successivamente dileguatasi a bordo di un’auto.

Giunti sul posto in seguito ad una segnalazione, gli agenti hanno avviato le indagini che hanno permesso di rintracciare il presunto responsabile nella sua abitazione. Nella vettura dell’indagato i poliziotti hanno rinvenuto tracce di sangue e il coltello che sarebbe stato usato per compiere l’aggressione. L’uomo, pertanto, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. 

Per gli investigatori, all’origine del gesto ci sarebbe una relazione sentimentale finita male.

Giochi new slot con scheda clonata sequestrati in Calabria

Nei giorni scorsi, finanzieri del Comando provinciale Cosenza, funzionari dell’ufficio dei Monopoli per la Calabria e del gruppo Cp Operazioni della direzione generale dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli (Adm), coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, hanno sottoposto a sequestro 32 apparecchi da gioco muniti di scheda clonata ed oltre 16 mila euro, ritenuti frutto dell’illecita attività di frode informatica.

Per tale ipotesi di reato risulta indagato l’amministratore/legale rappresentante di una società di Castrovillari (Cs), dedita alla gestione/noleggio di tali apparecchi da divertimento presso vari esercizi commerciali della provincia di Cosenza ed in Lombardia, Campania e Basilicata.

Il servizio trae origine da alcuni spunti investigativi derivanti dalla segnalazione di una società specializzata nella manutenzione di smart card di videogiochi in merito alla presenza di una scheda palesemente alterata, inviata per la riparazione dal citato gestore di Castrovillari.

A seguito di ulteriori approfondimenti e riscontri eseguiti dalle fiamme gialle e dai funzionari Adm, la Procura della Repubblica di Catanzaro, competente sui reati informatici, ha disposto perquisizioni sia presso il magazzino del gestore castrovillarese che presso gli esercizi commerciali dove erano installati i congegni da gioco.

All’esito delle perquisizioni, è stato accertato che 32 apparecchi su 87 erano irregolari, in quanto muniti di una doppia scheda da gioco, abilmente occultata in apposito doppio fondo, che permetteva di eludere il conteggio delle giocate ed evadere le imposte dovute all’erario (il cosiddetto prelievo unico erariale).

I videogiochi del tipo new slot, come quelli in questione, sono apparecchi da divertimento che erogano vincite in denaro e sono collegati alla rete telematica dell’Adm a cui inviano, in automatico, i dati sulle giocate effettuate. Su queste vengono determinate le imposte da versare.

Nel caso di specie, la presenza di una doppia scheda permetteva di inoltrare solo dati parziali e, di conseguenza, veniva dichiarato meno del dovuto, al fine di evadere le imposte.

L’ipotesi investigativa è dunque che sia stata realizzata una frode informatica.

 

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